I disturbi psicotici rappresentano le forme più gravi e più estreme di sofferenza psichica che compromettono maggiormente la vita dell’individuo.
Le persone psicotiche si comportano in modo molto distante dalla normalità. E ciò molto spesso spaventa chi gli sta attorno.
La caratteristica fondamentale di questi disturbi sta nel fatto che la persona non mantiene un adeguato contatto con la realtà. Accade che la persona difende le proprie convinzioni e percezioni fuori dall’ordinario e molto spesso non ha coscienza della propria malattia.
Elenco alcuni sintomi propri dei disturbi psicotici:
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V) annovera tra i disturbi psicotici: la schizofrenia, il disturbo delirante, il disturbo psicotico breve, il disturbo schizofreniforme, il disturbo schizoaffettivo, la catatonia.
Si parla di disturbo schizoaffettivo quando la persona soffre di una serie di sintomi correlati con la schizofrenia in combinazione con un gruppo di sintomi propri delle malattie che interessano l’umore, come ad esempio la mania o la depressione. Tale disturbo si può dunque considerare come una sorta di condizione mista tra sintomi appartenenti a varie malattie mentali.
La cura dei disturbi psicotici dovrebbe essere di tipo multifattoriale e preferibilmente in equipe multidisciplinare (psicoterapeuta, psichiatra, infermiere, tecnico della riabilitazione psichiatrica).
Non è possibile affrontare in modo efficace le psicosi ignorando la necessità di psicofarmaci, ma allo stesso tempo non è possibile pensare di poter affrontare dinamiche umane psichiche e interpersonali solamente tramite la psicofarmacologia.
Ritengo sia importante, laddove possibile, coinvolgere la famiglia della persona con disturbo psicotico nella sua riabilitazione. A questo scopo la famiglia può essere specificamente aiutata a conoscere i sintomi e i fattori scatenanti della malattia psicotica e a prendersi cura più adeguatamente del familiare malato.
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