"Se d'amore è proprio vero che non si muore, non si muore, cosa faccio nudo per strada mentre piove e c'è di più, non dormo da una settimana, per quel cuore di puttana.
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Se ne è andata sbattendo la porta e avevo in mezzo la mano.
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Io col cuore in cantina ma sono un uomo e dico: vattene via, leva il tuo sorriso dalla strada e fai passare la mia malinconia e porta via i tuoi stracci, i tuoi fianchi e quella faccia da mambo e quella falsa allegria per trasformare in sorriso anche l'ultimo pianto.
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Se ci ripenso preferisco ritornare in cantina che avere te ancora al mio fianco." (Lucio Dalla, "Mambo", 1980)
L’abbandono rappresenta un trauma che deve essere elaborato spesso con l’aiuto di un professionista se le risorse personali non consentono di farlo in autonomia.
Nel 1967 Holmes e Rahe lo collocarono al terzo posto all’interno di una classifica di 42 eventi che gli autori stimarono come eventi stressanti.
Secondo soltanto alla morte del coniuge e al divorzio.
La perdita del partner viene paragonata all’esperienza del lutto. Il lutto rappresenta una ferita il cui processo di cicatrizzazione richiede tempo e fatica. Le separazioni comportano l’accettazione di vivere senza l’altro che continua la sua vita.
Sono diverse le conseguenze psicofisiche del lutto da abbandono negli adulti.
Tra le conseguenze fisiche è possibile che si manifesti:
Tra le conseguenze psicologiche:
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